Ho passato dei giorni in cui ho lavorato molto e ho potuto fare intervisioni con i colleghi e quello che ho sentito è che i gruppi, la comunità e le famiglie possono continuare a lavorare e a condividere in modi diversi ma sicuramente creativi. Negli incontri virtuali che ho avuto, spesso mi affiorava in mente uno dei fattori terapeutici più forti che vengono attivati nei gruppi, che Yalom aveva chiamato “Siamo tutti sulla stessa barca”. Ossia ci troviamo a condividere le stesse paure, le stesse rabbie, le stesse speranze e sentiamo di essere parte della stessa comunità umana. Purtroppo ci sono molte persone che stanno soffrendo tantissimo e spero che tutti ci impegneremo ad agire con saggezza e ad attivare la protezione verso l’altro. Gli alberi stanno continuando ad abbracciarsi, loro possono. Se sentiamo di essere parte di un tutto e che questo tutto va curato, curiamo anche noi stessi e prima potremo tornare ad abbracciarci come gli alberi della foto.
Ho passato dei giorni in cui ho lavorato molto e ho potuto fare intervisioni con i colleghi e quello che ho sentito è che i gruppi, la comunità e le famiglie possono continuare a lavorare e a condividere in modi diversi ma sicuramente creativi. Negli incontri virtuali che ho avuto, spesso mi affiorava in mente uno dei fattori terapeutici più forti che vengono attivati nei gruppi, che Yalom aveva chiamato “Siamo tutti sulla stessa barca”. Ossia ci troviamo a condividere le stesse paure, le stesse rabbie, le stesse speranze e sentiamo di essere parte della stessa comunità umana. Purtroppo ci sono molte persone che stanno soffrendo tantissimo e spero che tutti ci impegneremo ad agire con saggezza e ad attivare la protezione verso l’altro. Gli alberi stanno continuando ad abbracciarsi, loro possono. Se sentiamo di essere parte di un tutto e che questo tutto va curato, curiamo anche noi stessi e prima potremo tornare ad abbracciarci come gli alberi della foto.